L’incontro sul
tema ‘I Percorsi della Fede’ della rassegna informativa Borghi
d’Europa (1-4 dicembre), ha toccato anche il Monastero di San
Salvaro nel Comune di Urbana.
Il Sindaco Marco
Balbo ha fatto gli onori di casa, soffermandosi sui temi storici e
culturali del sito.
Fra gli interventi
anche quelli della Locanda Il Mulino Pizzon di Fratta Polesine e di
Michelangelo Caberletti,che ha presentato la storia della Chiesa
della Madonna di San Genesio a Stienta (Ro).
Caberletti stesso è
Autore de “La chiesa della Madonna di san Genesio e la millenaria
presenza benedettina tra Stienta, Gaiba, Ficarolo e Salara”,vincitore
della decima edizione del premio Francesco Ravelli, istituito dal
Comune di Ficarolo per promuovere la conoscenza storica della
comunità polesana .
“Diversi
interrogativi circondano la chiesa della Madonna di San Genesio,
piccolo e solitario santuario mariano nella campagna di Stienta, e a
rispondervi ci ha provato Michelangelo Caberletti, studioso
originario di Stienta che, grazie all’esperienza acquisita in
precedenti ricerche e alla conoscenza diretta dei luoghi, ha
ricostruito la storia del territorio compreso fra Stienta, Gaiba,
Ficarolo e Salara. Le ricerca hanno documentato la presenza
benedettina già nell’anno 978 con la donazione delle terre di
Stienta da parte di Adalberto Atto di Canossa, avo della contessa
Matilde, all’Abbazia di Brescello. Una scoperta che chiarisce anche
il perché del toponimo San Genesio, derivato non dal martire romano
Genesio, mimo di teatro, come finora si riteneva, ma dall’omonimo
santo vescovo patrono di Brescello, cui era dedicata l’antica
abbazia benedettina di tale città. Grazie a numerosi documenti
inediti l’autore fa rivivere la storia delle grandi corti
benedettine di Caselle (Gaiba), Croce (Salara) e Cascina San Genesio
(Stienta), documentando la loro consistenza fondiaria, la dotazione
di animali e l’evoluzione dei fabbricati, le cui imponenti vestigia
sono tutt’ora testimoni di un passato glorioso. Caberletti
inserisce, nella complessa vicenda monastica, la storia della
devozione popolare versola Madonna, detta di San Genesio, un culto
che nasce e si sviluppa all’intern “o della tenuta benedettina di
Stienta, ma che finisce per coinvolgere anche le comunità limitrofe
e la stessa città di Ferrara.
La primitiva edicola
nella quale un ignoto artista aveva dipinto la venerata immagine
della Madonna col Bambino, veniva inglobata all’inizio del Seicento
in un oratorio che nel 1670 sarà trasformato in una pregevole chiesa
campestre, opera dell’architetto Giovanni Battista Barbieri di
Ferrara (progettista anche della chiesa di Castelmassa). Un santuario
mariano dotato di osteria con alloggio per i pellegrini, di un
sacerdote residente, luogo di preghiera ma anche d’interessi
materiali.”
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