domenica 22 novembre 2020

Percorsi della fede : l'Oratorio di San Rocco a San Marino



La rete internazionale Borghi d'Europa sviluppa, all'interno del progetto L'Europa delle scienze e

della cultura (Patrocinio Iai-Iniziativa Adriatico Jonica), 10 Percorsi Internazionali.

Fra questi i Percorsi della Fede.


La Via di San Rocco dedica al Santo un itinerario che 'copre' Slovenia,Friuli Venezia Giulia,Veneto,

Lombardia, Montpellier (Francia), Toscana,Emilia Romagna,San Marino,Lazio.


San Rocco è il santo più invocato, dal Medioevo in poi, come protettore dal terribile flagello della peste, e la sua popolarità è tuttora ampiamente diffusa. Il suo patronato si è progressivamente esteso al mondo contadino, agli animali, alle grandi catastrofi come i terremoti, alle epidemie e alle malattie gravissime; in senso più moderno, è un grande esempio di solidarietà umana e di carità cristiana, nel segno del volontariato. Con il passare dei secoli è divenuto uno dei santi più conosciuti nel continente europeo e oltreoceano, ma è rimasto anche uno dei più misteriosi.


A San Marino "...ad angolo fra via Ca' dei Lunghi e via Giovanni da Lignano,c'è la Chiesa di San Rocco,restaurata alla fine del secolo XX così come già nel 1734 e con la pala lignea della Beata

Vergine fra San Marino e San Rocco che riporta l'iscrizione . " Petro G.Pasquini ed Domenico Antonii Procurantibus 1594". Una piccola immagine lignea di San Rocco, di bella fattura,è più o meno coeva..

La chiesuola deve le sue origini alla devozione verso il Santo nei tempi in cui infuriava la peste.

E come nel Medioevo gli ospedali e gli annessi sacri edifici dedicati a San Lazzaro erano a servizio

dei lebbrosi fuori delle città e dei paesi, così le chiese di san Rocco erano ubicate oltre i centri abitati. In nome di San Rocco c'era a San Marino un altro tempietto,alle Piagge.Fu demolito durante la costruzione della ferrovia. Nell'Archivio Oubblico dello Stato si hanno documenti e carteggi sulla peste.Part icolarmente negli anni 1480,1549,1630,1656.Negli Statuti del 1600 compaiono per la

prima volta i Soprastanti della Sanità,con pieni poteri di mantenere immune il territorio dalla peste e

da altre epidemie contagiose.

La Festa di San Rocco cade la domenica successiva a Ferragosto"

( da La Repubblica di San Marino,Guida storica e asrtistica della Città e dei Castelli, di Nevio e Annia Maria Matteini).


Alessio Dalla Barba 

 


 



 

venerdì 13 novembre 2020

I Percorsi della Fede : la via di San Martino di Borghi d'Europa

 


 


I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno scelto in questi giorni le 'tappe' dei

Percorsi della Fede, che riguardano la Via di San Martino.

I sei Paesi Europei coinvolti oltre all'Italia sono la Slovenia,la Croazia,l'Ungheria, la

Svizzera, l'Austria e la Francia.

Si parte dall'Ungheria, da dove il Santo nacque, da Sabaria Sicca (odierna Szombathely ), in un 

avamposto dell'impero romano alle frontiere con la Pannonia

Si passa poi alla Croazia, alla Chiesa di San Martino di Momiano (Buje),borgo  conosciuto anche 

per il vino moscato.

La Slovenia offre al percorso la gemma del borgo di Smartno, che, un tempo comune autonomo,

comprendeva anche San Floriano del Collio.

In collaborazione con l'Istituto per la cultura slovena di San Pietro al Natisone, viene percorso

l'itinerario delle 44 Chiesette (fra le quali la Chiesetta di San Martino in Val Cosizza).

A San Floriano del Collio raccontiamo la storia di San Martino in Cantina, grazie all'impegno

culturale dell'azienda agricola Alessio Komjank.

In Veneto vi è la tradizione del Dolce di San Martino : ce la racconta la Pasticceria Ore Liete

di Scorzè, assieme alla storia di Rio San Martino.

Voliamo poi in Valtellina, in Valmasino, per la storia del borgo di San Martino e a Morbegno,

nella Bassa Valle.

La Val Bregaglia (Svizzera) ci narra la storia della Chiesa Riformata di San Martino a Bondo,

mentre Candes-S.Martin in Francia è il luogo ove in Santo morì.

Questo Percorso nel Percorso è stato presentato con una imponente campagna multimediale

di oltre 100 servizi informativi nella settimana che ricorda il Santo. 


 

martedì 10 novembre 2020

Rio San Martino (Scorzè) : terra del radicchio rosso e del dolce di San Martino

 



Nell'aprile del 2019 la rete Borghi d'Europa presentò nella sede di Milano del Parlamento Europeo il progetto dei Percorsi Internazionali. Fra questi, i Percorsi della Fede.

Nel 2020 riprende il viaggio dei Percorsi della Fede, proprio nell'anno in cui la Slovenia ha assunto la Presidenza di turno della IAI-Iniziativa Adriatico Jonica ( fino a maggio 2021).

Sempre nel 2020, all'interno dell'itinerario del progetto 'L'Europa della scienza e della cultura' (patrocinato dalla IAI-Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica), ha preso forma il Percorso della Via di San Martino.


Una delle tappe di Borghi d'Europa per la Via di San Martino, è Rio San Martino, nel comune di Scorzè (Ve).

Rio San Martino è la frazione situata a nord del centro di Scorzé, ai confini con le provincie di Treviso e di Padova e conta circa 2100 abitanti.

Paese di antica vocazione agricola, viene indicato nelle prime mappe del 1100 con il nome di 'Rivulus Sancti Martini', dove il termine rivulus è un chiaro riferimento alla ricchezza di acque risorgive che allora come adesso caratterizzano questa zona. Il patrono è ovviamente San Martino, santo particolarmente caro dagli agricoltori la cui festa (11 novembre) coincide con la fine della stagione agricola. Dal 1981 la tradizionale sagra del patrono è interamente dedicata al radicchio rosso di Treviso, prodotto per eccellenza del suo territorio.


La sua storia condivide l'anonimato degli umili. Sappiamo che il suo centro sorge all'incrocio perfetto di un cardo e di un decumano della centuriazione romana; che all'interno del suo territorio si registrano due località che un tempo godevano di una maggiore autonomia e considerazione fiscale e forse civile, e che nei loro nomi storici, Gallese e Sermazza (l'attuale Capitellon), si tramanda con ogni probabilità il ricordo di presenze ed insediamenti barbarici; che vi fu una imponente villa patrizia veneziana, Villa Corniani, distrutta il 15 marzo 1901 dalle vampe di un fortuito incendio; sappiamo, infine, della resistenza di alcuni manufatti secolari, rinascimentali (alcuni capitelli, la chiesa, forse alcune case rurali).


La chiesa di Rio San Martino


Le prime notizie storiche del paese risalgono a dopo il mille. Nel 1152 l'attuale frazione di Scorzé viene nominata nella bolla papale di Papa Eugenio III, come dipendente dalla pieve matrice di Zero che comprendeva “Sanbughé, Rio San Martino e Santo Alberto le quali nel sabato santo venerano la loro veneranda madre”.


Il 20 aprile 1512 viene consacrata la chiesa, dedicata appunto a S. Martino, vescovo di Tours. Pochi anni dopo, nel 1560, D. Vettor da Pozzo risulta Rettore della chiesa di Rio San Martino, segno che la parrocchiale si era resa indipendente dalla matrice di Zero Branco. Al suo interno numerose opere di pregio, fra le quali una pala di Sante Peranda raffigurante San Martino e il povero, risalente al 1585 e recentemente restaurata. Restauro della pala (Il Rivolo).


Gli affreschi



Nell'autunno del 1811 la comunità di Rio San Martino commissiona a Giovanni Carlo Bevilacqua, il più noto pittore veneziano dell'epoca la decorazione ad affresco del grande soffitto della navata. Qui è raffigurata l”Apoteosi di San Martino”, un grande affrsco in policromia, e un altro affresco circolare e monocromo, sopra la porta d'ingresso, con soggetto “Davide che suona l'arpa dinanzi a Saul”.

Nel 1818 Bevilacqua dipinge per la chiesa altre opere oggi perdute, “La Madonna del Rosario tra San Vincenzo e San Domenico” (olio su tela) e gli affreschi “La Fede, la Speranza e la Carità” e “Il sacrificio di Abramo” che si trovavano nel soffitto e nella parete di fondo dell'allora presbiterio, irrimediabilmente distrutto nel 1958 per il prolungamento della chiesa.

Infine, ricordiamo che, fra il 1950 e il „52 il pittore prof. Soligo ha eseguito gli affreschi del presbiterio (Santi trevigiani nel catino absidale e l'Assunta nel transetto). Leggi tutto (Il Rivolo).


Villa Corniani


Un accenno infine alla grande villa Corniani, distrutta da un incendio nel 1901, che sorgeva a nordest della chiesa.

I Fedeli-Corniani, famiglia veneziana di primissimo piano, avevano fin dal XVI secolo dei possedimenti a Sant'Alberto (comune di Zero Branco), Monfumo, Carmignano di Brenta, in Istria, e naturalmente a Rio San Martino. Dagli archivi parrocchiali risulta che nel 1631 nacque e fu battezzato in paese Gio. Giacomo Corniani, che fu poi importante diplomatico della Repubblica di Venezia.

Non sappiamo quando fu costruita la villa e non vi sono raffigurazioni del suo aspetto, ma nelle mappe catastali del 1841 è ben riconoscibile il corpo principale con il grande giardino all'italiana e l'oratorio; possiamo ipotizzare che il suo aspetto fosse simile alla villa che i Corniani costruirono a Monfumo (Treviso) all'inizio del XVIII secolo. 

 


venerdì 6 novembre 2020

La Via di San Martino nei Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa

 


 


Nell'aprile del 2019 la rete Borghi d'Europa presentò nella sede di Milano del Parlamento Europeoil progetto dei Percorsi Internazionali. Fra questi, i Percorsi della Fede.

Nel 2020, all'interno dell'itinerario del progetto 'L'Europa della scienza e della cultura' (patrocinato dalla IAI-Iniziativa Adriatico Jonica, Forum Intergovernativo per la cooperazione regionale nella regione adriatico jonica), ha preso forma il Percorso della Via di S.Martino.

San Martino di Tours è uno dei santi cristiani più noti e riconoscibili e viene venerato dal IV secolo. Era il vescovo di Tours, e il suo santuario in Gallia/Francia era la meta di un pellegrinaggio importante nell’alto medioevo quanto quello a Roma, prima di diventare un famoso punto di sosta per i pellegrini diretti verso Compostela. Per tutta la sua vita il santo ha sempre viaggiato in Europa, lasciando un’impronta significativa nella nostra memoria collettiva.

La Via Sancti Martini collega varie città europee importanti per la vita di San Martino e altre caratterizzate dal patrimonio architettonico legato al suo culto, con migliaia di monumenti dedicati al santo, ivi comprese quattordici cattedrali! Questi siti vantano anche un patrimonio immateriale che sopravvive sotto forma di leggende, tradizioni e folklore.

Il viaggiatore può seguire gli itinerari collegati a episodi della vita del santo, al suo culto o al folklore. Questa varietà di itinerari, che copre oltre 5000 km attraverso tutta l’Europa, è nota con il nome di Via Sancti Martini. Da segnalare, in particolare: 1) l’itinerario che collega Szombathely (Ungheria), luogo di nascita del Santo, a Tours (Francia), dove si trova la sua tomba, tramite Pavia (Italia), luogo della sua infanzia e 2) l’itinerario che collega Tours, dove è stato vescovo, con Worms (Germania), dove lasciò l’esercito Romano e Treviri (Germania), dove incontrò l’imperatore romano. Tuttavia, questo itinerario è collegato anche a molteplici siti culturali di grande interesse, lungo una via che attraversa l’Austria e la Slovacchia, fino ad arrivare a Szombathely. Altri itinerari portano a Utrecht in Olanda o Saragozza in Spagna. Nel complesso, gli itinerari di San Martino coprono più di 10 paesi europei!

Borghi d'Europa ha scelto alcune 'tappe' lungo la Via di San Martino : Momiano d'Istria (comune di Buje,Croazia), con la sua Chiesa e il vino moscato; il borgo di Smartno (comune di Brda,Slovenia);

San Floriano del Collio (Gorizia) ; Rio San Martino (Scorzè, nel veneziano); la Val Bregaglia (Grigioni,

Svizzera), con la Chiesa Riformata di San Martino a Bondo ; Val Masino (Valtellina).

Szombathely (pronuncia ungherese [ˈsombɒthɛj]) (in latino: Savaria o Sabaria o Sabatia; in tedesco: Steinamanger; in croato Sambotel; in slovacco Kamenec; in serbo Sombathelj oppure Coмбатхељ) è la città più antica dell'Ungheria, capoluogo della provincia di Vas.

La città si trova nella zona geografica dell'Alpokalja, a metà strada fra i Monti Kőszeg e il fiume Rába, è attraversata dai fiumi Perint e Gyöngyös, che confluiscono appunto nella Rába pochi chilometri a sud-ovest della città. Dista meno di 100 km dal lago Balaton e circa 10 chilometri dal confine austriaco.

La città fu un centro di accoglienza e propagazione del Cristianesimo, diede anche i natali a San Martino di Tours nel 316.

 

martedì 3 novembre 2020

L'Istituto per la cultura slovena nel progetto L'Europa delle scienze e della cultura, con l'intervento a Trieste ad ESOF2020

 


L'intervento di Eva Golles è stato preciso e puntuale.

L’Istituto per la cultura slovena_Inštitut za slovensko kulturo,è stato costituito nel 2006 con l’intento di coordinare e affrontare con maggiore efficacia ed incisività la questione della conoscenza e del consolidamento della lingua e cultura slovena lungo la fascia confinaria e nel contempo della sua promozione nell’area friulana e italiana. Copre,con la sua attività, tutto il territorio della fascia confinaria con la Slovenia dove sono tradizionalmente presenti gli Sloveni, dalla Val Canale e Resia alle Valli del Torre e del Natisone collaborando con circoli ed associazioni che da molti decenni animano la vita sociale del territorio. Mi SMO TU, tuka izde, kle, tleè lo slogan nato per far riconoscere la comunità slovena della Provincia di Udine, infatti evidenziando le risorse culturali dell’area in cui vivono gli sloveni della provincia di Udine si sono mossi alcuni passi per creare un prodotto unico e riconoscibile sul territorio e al tempo stesso distinto per ogni valle, promuovendo e valorizzando il patrimonio storico e culturale esistente sul territorio anche tramite una rete museale, aprendo degli info point, pubblicando sul web e stampando materiale promozionale, partecipando a fiere e manifestazioni, collaborando con associazioni ed enti e promuovendo azioni, come il collegamento transfrontaliero con l’autobus Benečija gor in dolche si svolgera’ anche quest’anno nei fine settimana estivi. La sede operativa comprende anche gli spazi dove si trova il museo multimediale SMO che accoglie anche l’ufficio IAT, aperto in collaborazione con la Pro loco Nediške dolin “

L'evolversi del progetto fino a dicembre 2021, conoscerà anche la valorizzazione dei Percorsi

Internazionali che Borghi d'Europa ha proposto fin dal 2019, nella sede di Milano del ParlamentoEuropeo. Fra questi i Percorsi della Fede che faranno conoscere l'itinerario delle 44 Chiesette Votive delle Valli del Natisone. Il cammino si compone di 10 tappe che attraversano 9 Comuni: Cividale, Prepotto, San Pietro al Natisone, Pulfero, Savogna, San Leonardo, Stregna, Grimacco e Drenchia.



La Via di San Martino è uno degli itinerari che Borghi d'Europa riprende nei suoi Percorsi Internazionali.

Fra le 44 Chiesette Votive delle Valli del Natisone vi è la Chiesa di San Martino Vescovo a Canalaz di Liessa. Le prime notizie storiche sulla presenza di una chiesetta sulla cima del Monte San Martino risalgono addirittura al 1299: non vi stupirà, quando andrete lassù, contemplando la straordinaria bellezza panoramica di quel luogo. Ciò ne ha fatto sempre un punto di riferimento non solo spirituale, ma anche militare (nel 1848, per esempio, fu quartier generale per 700 soldati austriaci accampati nei suoi pressi durante la guerra d’indipendenza!). Il piccolo edificio sacro non ha molto da mostrare sotto il profilo artistico, a parte il fascino delle sue sobrie linee architettoniche. Della quattrocentesca statua di San Martino non rimane che una nicchia vuota. 

 

sabato 2 maggio 2020

A Santa Maria del Piave, tra i Percorsi della Fede e la Via dei Norcini



I giornalisti e i comunicatori di Borghi d'Europa hanno dedicato alcune delle tappe dei

Percorsi Internazionali di Borghi d'Europa a Santa Maria del Piave (Mareno di Piave)
Santa Maria del Piave era un ospedale-monastero cistercense nell'attuale provincia di Treviso. In origine sorgeva presso l'omonima frazione di Mareno di Piave (l'antica località Talpon) e in seguito fu riedificato nella vicina Lovadina di Spresiano. Borghi d’Europa ne ripropone la storia, all’interno del viaggio nelle Terre della Piave.
Il monastero si trovava in un'area assai battuta dai traffici, presso una zona di guadi posta sul medio corso del Piave e all'incrocio tra le strade Ungaresca e Alemanna. Compito dell'istituzione era infatti dare ospitalità a mercanti, pellegrini e viandanti in genere che vi transitavano.Santa Maria del Piave sarebbe stata fondata (o rifondata) attorno all'anno Mille e in origine fu gestita da una congregazione diversa dai cistercensi. La sua importanza era cresciuta all'epoca delle crociate, con l'aumento dei pellegrinaggi verso la Terra Santa. In concomitanza, nobili ed ecclesiastici ne avevano accresciuto le ricchezze attraverso donazioni, mentre vari ordini militari e lo stesso pontefice ne avevano garantito la protezione. Da Santa Maria dipendevano varie chiese poste lungo il Piave e il Livenza.
Nel 1229, essendo il complesso decadente sia dal punto di vista materiale che spirituale, papa Gregorio IX lo affidò ai cistercensi dell'abbazia di Follina, scelta che risultò felice per un certo periodo. A determinare la fine dell'istituzione furono però altri eventi: la diminuzione dei pellegrinaggi, le razzie degli eserciti di passaggio e, soprattutto, le disastrose piene del Piave. Significativa fu quella del 1368, quando il fiume mutò il suo corso e il monastero finì per trovarsi nel mezzo di un'isola. Poiché il Piave fungeva (e funge tuttora) da confine fra le diocesi di Ceneda e di Treviso, l'istituzione passò dal controllo dell'una all'altra.
Alle inondazioni si aggiunse la decadenza spirituale. Distrutto da un'altra terribile ondata, nel 1459 l'abate commendatario Venceslao da Porcia lo fece ricostruire sulla sponda destra, presso Lovadina. Tuttavia la mancanza di monaci portò, alla fine del XV secolo, all'unione con il monastero femminile di Santa Maria degli Angeli di Murano.


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Tratto dalla Rivista quadrimestrale di studi vittoriesi - IL FLAMINIO n°9 - 1996 - Edita dalla Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane


PIER ANGELO PASSOLUNGHI. Studioso e ricercatore di storia veneta,esperto di storia religiosa per cui collabora a varie riviste nazionali, ha curato varie pubblicazioni, in particolare di Storia e Bibliografia della Sinistra Piave.


"....S. Maria del Piave, antico ospedale sorto presso un'importante zona di guadi
sul medio corso del fiume.
Inizialmente si trattò di una chiesa con funzioni ospedaliere affidata ad una
comunità di cui non si conosce la regola professata. Nato o rinato attorno al
Mille nel fervore della ripresa religiosa e commerciale,fra i suoi compiti c'era
l'ospitalità a viandanti,pellegrini e mercanti che guadavano il Piave.
Sorto all' incrocio tra le vie ungarica e alemanna presso un boschetto di pioppi in località (appunto) Talpon non distante da Mareno, l'ospedale aveva accresciuto la propria importanza all'epoca delle Crociate allorché si era trovato sul percorso via terra per la
Palestina. Nel 1120 i conti di Treviso, di Colfosco, di Ceneda ed i signori da Montaner ne
avevano congiuntamente fatto oggetto di importanti donazioni e ben presto, a garantirne la protezione dagli appetiti degli ordini militari che ne avevano tentato il rilevamento, erano arrivate le bolle di protezione papale. Fra le chiese dipendenti per lo più dislocate lungo il Piave che papa Lucio III nel 1177 aveva posto nel patrocinioapostolico, ne figuravano
pure alcune presso il Livenza: si trattava in quest'ultimo caso delle cappelle di
Santo Stefano di Meschio (Pinidello) e San Gottardo di Cordignano.
Poichè agl'inizi del Duecento, l'ospedale risultava in piena decadenza spirituale
e materiale, nella primavera del 1229 papa Gregorio ne aveva disposto la
riforma, affidandolo al controllo dell'abate di Follina. L'arrivo di monaci del non
distante monastero della pedemontana produsse gli effetti desiderati, inducendo
quelli che vi vivevano già ad accettare la regola cistercense tanto che ben presto
la casa plavense potè riprendersi.
La perdita d'importanza rispetto ai flussi verso la Terra Santa del secolo
precedente e i distruttivi passaggi d'eserciti dovuti alle continue guerre che tra
Due e Trecento coinvolsero la Marca gravando sui guadi, finirono però col farsi
ben presto sentire in forma negativa. I maggiori danni venne però ad arrecarli il
Piave con le sue piene distruttive: nel 1368 un' onda del fiume più violenta del solito
completamente circondò l'area ove sorgevano le fabbriche, riducendolo ad isola.
Sorto in diocesi di Ceneda sulla sponda sinistra, il monastero si trovò così in
mezzo al guado, tanto che finì col venir indicato appartenere ora alla diocesi di
Ceneda, ora a quella di Treviso. Colpito da ulteriori inondazioni, ed ormai in
piena crisi vocazionale, a metà Quattrocento subì una pesantissima distruzione
che lo abbattè dalle fondamenta. Il commendatario Venceslao da Porcia ne
ricercò nel 1459 pronta riedificazione presso la più sicura riva destra a
Lovadina, ma essendo le nuove fabbriche rimaste vuote per mancanza di
monaci, a fine secolo il suo beneficio economico venne unito alle monache di S.
Maria degli Angeli di Murano."
home - Associazione Internazionale Azione Borghi Europei del Gusto

La Bottega dei Ricordi
La Via dei Norcini : i salumi dell’Azienda Dino ed Alberto Marcon a Santa Maria del Piave
Il Viaggio del gusto di Borghi d’Europa lungo la Piave,ha condotto i giornalisti e i comunicatori
a visitare l’azienda agricola di Dino ed Alberto Marcon, a Santa Maria di Piave.
Le Piccole Produzioni Locali (PPL) sono aziende alimentari con un ridotto circuito commerciale
che realizzano prodotti alimentari tradizionali del territorio veneto.
Grazie a un sistema integrato fra aziende e sanità pubblica la Regione Veneto garantisce che i
prodotti delle aziende PPL vengano realizzati nel rispetto di standard qualitativi e norme sanitarie.
I prodotti derivano dalla lavorazione della carne dei maiali allevati in azienda. Le fasi di lavorazione cui sono sottoposti, rispettano gli usi e le tradizioni di un tempo e prevedono il solo impiego di ingredienti come il sale, il pepe e gli aromi naturali, senza l’aggiunta di conservanti come nitriti e nitrati.
Le macellazioni vengono fatte soltanto in alcuni periodi dell’anno, da ottobre a marzo.
È possibile effettuare visite per conoscere i produttori e la natura dell’azienda, caratterizzata da piccole produzioni naturali.
La degustazione delle eccellenze di casa è avvenuta nel corso della registrazione di una puntata della trasmissione multimediale L’Italia del Gusto.
L’azienda è stata così inserita nel percorso d’informazione de Le Vie dei Norcini.
Prodotti
Cotechino, cotechino con lingua, lingua con muscolo, ossocollo, pancetta, salame, salsiccia, sopressa, sopressa con filetto.